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Commento
Nei pressi di Verona si cela un tesoro che, dietro l’impulso del dott.Alessandro
Zinelli, è diventato un luogo d’elezione per gli appassionati di arte marginale
del mondo intero. Si tratta del locale adiacente l’abitazione di Luigi Lineri, in Via Lucchi, a
Zevio. Nelle due stanze a piano terra e nell’ampio granaio che le sovrasta,
Lineri ha esposto in modo suggestivo migliaia di pietre, da lui stesso raccolte
nell’Adige nell’arco di trent’anni.
Non sono pietre qualunque. Sono pietre selezionate con cura tra tante, scelte in
virtù della loro valenza espressiva. Lineri le ha raccolte, ne ha individuato la
forma, e in seguito le ha ripartite in diversi gruppi di figure. Egli conduce il
visitatore sbalordito alla scoperta di questo universo litico.
Si passa dalla prima serie di pietre, quelle a forma di testa di pecora, e si
continua con le teste di uccello acquatico, di cane, di maiale, di equide.
Seguono il pesce, il simbolo maschile, le Grandi madri, il volto umano, gli
strumenti da percussione.
Le pietre sono affiancate una accanto all’altra, o esposte su pannelli neri
appesi alle pareti. Seguendo il flusso del racconto di Lineri, e percorrendo con
lo sguardo le migliaia di esemplari, si è trasportati in un mondo di astratta
bellezza, di religiosa essenzialità. Queste pietre, che Lineri ritiene scolpite
dagli uomini primitivi, richiamano alla mente la scultura cicladica, e certe
opere di Brancusi, di Ricasso, di Henry Moore. Se ogni pietra è in sé magnifica,
quello che colpisce è la disposizione dei singoli pezzi in un insieme così
grandioso, opera di un uomo dotato di un intuito e di una perseveranza
eccezionali.
Insieme all’opera di Carlo Zinelli, artista che gode ormai di fama
internazionale, la provincia di Verona può vantare un’altra perla dell’arte
outsider, che merita di essere valorizzata.
Dopo aver visitato una chiesa o una cattedrale, fermatevi ad ammirare il
santuario delle pietre di Luigi Lineri.
TERESA MARANZANO
(Ricercatrice del Museo dell’Art Brut di Losanna)
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